Allo stato attuale, la frazione dei rifiuti organici di origine vegetale proveniente dai rifiuti solidi urbani RSU viene destinata al ciclo dei rifiuti come sostanza “umida”, costituita sia dalla sostanza vegetale vergine, che dai residui di cibo, e spesso da altre sostanze. Solo in minima parte, l’umido viene valorizzato dalle attuali tecnologie di “gassificazione” mediante l’impiego in impianti “a biogas”, i quali hanno il principale svantaggio di un basso rendimento della trasformazione di “digestione anaerobica” ai fini energetici, richiedono vasche di gassificazione di grandi dimensioni, e risultano di difficile ubicazione in prossimità dei centri abitati. La frazione umida degli RSU smaltita nel comune ciclo dei rifiuti, essendo “tal quale”, genera inoltre liquami definiti “percolato”, inquinanti costosi da smaltire negli impianti di trattamento. Inoltre la gassificazione sfrutta la frazione di gas (biogas) che le sostanze vegetali generano in un determinato ambiente, e tale processo genera come sottoprodotti un “digestato” formato da una fase solida avviata a compostaggio (compost), e una fase liquida che va ulteriormente smaltita.
Il brevetto alla base del processo della startup, invece, si basa sulla valorizzazione della frazione dei rifiuti organici (di origine vegetale) proveniente dai rifiuti solidi urbani, considerata vergine, separata prima di essere sottoposta ai processi di cottura, e non contaminata da altre sostanze quali oli, grassi di cottura, ecc., per sottoporla ad un processo di trattamento capace di trasformarla in biomassa utile alla produzione di energia elettrica e calore, per mezzo di una combustione.
Ad oggi non si registrano tecnologie simili presenti sul mercato.